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I don't smoke because it hurts thanks, non fumo perchè fa male grazie

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icon14  view post Posted on 17/1/2009, 09:11





Sigaretta
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Due sigarette con filtroLa sigaretta è un oggetto di consumo tra i più diffusi nell'ambito della civiltà occidentale, ed il fumo di sigaretta è il metodo più comune di assunzione della nicotina.

La sigaretta è generalmente composta di foglie di tabacco affumicato e finemente tritato e di tabacco ricostituito, spesso mischiato con altri additivi[1], arrotolate o pressate in un cilindro di carta arrotolata (generalmente di poco meno di 120 mm di lunghezza e 10 mm di diametro). Uno dei lati della sigarette viene acceso e brucia lentamente senza fiamma permettendo di inalare il suo fumo dall'altro lato (su cui generalmente viene posto un filtro) che il fumatore porta alla bocca. Talvolta le sigarette vengono fumate attraverso un bocchino. Il termine sigaretta viene comunemente usato per riferirsi a sigarette composte di tabacco, ma si può applicare anche a dispositivi simili che contengano altri tipi di erbe come ad esempio la cannabis.

La sigaretta si differenzia dal sigaro per le sue dimensioni inferiori, per il diverso trattamento a cui sono sottoposte le foglie di tabacco che la compongono e per la carta di colore bianco che la avvolge. L'involucro dei sigari invece viene generalmente creato arrotalando foglie di tabacco intere.

La nicotina, composto principale della sigaretta, provoca una forte dipendenza nel soggetto che la consuma, stimolando il "sistema di ricompensa" del cervello. [2]

Il fumo di sigaretta è considerato causa di possibili danni alla salute [3] e fattore favorente l'insorgere di patologie a carico del apparato respiratorio, dell'apparato cardio-vascolare, nonché lo sviluppo di tumori. Studi hanno dimostrato come l'assunzione di fumo attraverso la sigaretta sia più pericolosa per l'organismo rispetto alla pipa o al sigaro in quanto nell'atto del consumo la quantità inalata sia superiore.[4] La consumazione del fumo provocato dalle sigarette in maniera attiva o passiva provoca secondo alcune stime più di 440.000 morti ogni anno negli Stati Uniti.[5]

Indice [mostra]
1 Storia
2 Tipologie
3 Il fumo di sigaretta
3.1 Epidemiologia del fumo
3.2 Tossicologia del Fumo
3.2.1 Nicotina
3.2.2 Monossido di carbonio
3.2.3 Idrocarburi cancerogeni
3.3 Patologie correlate
3.4 Fumo passivo
3.5 Dipendenza e Sospensione dal fumo
3.6 Sintomi dell'astinenza
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Altri progetti



Storia [modifica]
La nascita della sigaretta è controversa. Fu, forse, inventata dai soldati musulmani che, durante l'assedio di San Giovanni d'Acri (nell'odierno Israele) del 1831-2, pare sostituissero al narghilè i tubetti di carta svuotati della polvere da sparo. Altri ne attribuiscono l'invenzione ad alcuni soldati inglesi, sbarcati sempre a San Giovanni d'Acri nel 1840 in seguito all'azione militare contro l'Egitto. Costoro, privi di pipe e di tabacco, fabbricarono rudimentali sigarette ricorrendo a foglie di tè arrotolato.


Tipologie [modifica]
Composizione di una sigaretta:
1. Uscita del fumo principale
2. Materiale filtrante (carbone attivo ed altri)
3. Adesivo
4. Fori di ventilazione (non sempre presenti)
5. Inchiostro
6. Adesivo
7. Uscita del fumo secondaria
8. Filtro
9. Carta del filtro
10. Tabacco e addiitivi
11. Carta
12. Punto di combustione e ceneri
Esistono principalmente 2 tipi di sigaretta:

preconfezionata meccanicamente in una catena di montaggio;
confezionata manualmente.
In entrambe i casi si possono avere sigarette confezionate con o senza filtro.

La sigaretta preconfezionata è prodotta con:

tabacco essiccato e tagliato in fini strisce di un millimetro di spessore, trattato con sostanze che cambiano a seconda della casa produttrice;
una cartina composta di cellulosa che può contenere additivi che ne assicurano il candore, migliorano la comparizione della cenere e garantiscono una combustione uniforme anche se la sigaretta non viene aspirata;
un filtro solitamente fabbricato con acetato di cellulosa, una sostanza sintetica di consistenza fibrosa, che ferma meccanicamente una piccola quantità di composti dannosi.
Nel caso di sigarette senza filtro il cilindro di tabacco e la cartina sono gli unici componenti della sigaretta.

La sigaretta prodotta manualmente contiene:

un tabacco tagliato in fili molto fini (0,5/0,3 mm.) trattato con sostanze che variano a seconda della casa produttrice e mantenuto umido;
una cartina in pura cellulosa con una piccola banda ricoperta di colla che non brucia se non fumata;
un filtro che può essere come quello delle sigarette industriali o prodotto artigianalmente dallo stesso fumatore.
Anche questa sigaretta può essere manufatta senza filtro.

Ci sono tre tipologie di confezionamento manuale di una sigaretta:

Normale
"A bandiera"
Questo metodo per esperti consente di eliminare una parte della cartina per evitare di fumare troppa carta.
"Senza colla"
Questo metodo per esperti consente di eliminare la parte della cartina con la colla. Inizialmente il processo è uguale a quello "normale", tuttavia, al posto di leccare la colla, con le labbra inumidite si strappa la cartina (ovviamente la parte con la colla) partendo dal filtro. La parte strappata e inumidita risulterà dentellata in modo irregolare: questo permette che si attacchi anche se priva di colla.

Il fumo di sigaretta [modifica]
Il fumo di sigaretta (e generalmente di tabacco), è una miscela di gas (87%), vapore (5%) e particelle solide sospese (8%).

Il fumo derivante dalla combustione di una sigaretta contiene oltre 4.000 composti[6]


Epidemiologia del fumo [modifica]
Negli ultimi anni nei paesi più progrediti, i consumatori del fumo di sigaretta sono diminuiti, a seguito delle notizie riportate dal Surgeon General nel 1964, di correlazione fra fumo e danno alla salute,[7] la riduzione non fu così drastica nel 2003 ad esempio negli USA il 22% degli uomini fumava regolarmente sigarette.[8], e anche se nel 2004 il Surgeon General ha evidenziato nuovi pericoli aggiuntivi per chi fa uso abitualmente di sigarette, il numero di consumatori non è diminuito ulteriormente.[9] In Italia tra il 2006 e il 2007 il numero complessivo di fumatori è leggermente aumentato[10]. Il sesso maschile prevale e per quanto riguarda l'età iniziale si attesta intorno alla prima decade, più del 30% dei fumatori inizia prima del raggiungimento della maggiore età. Per quanto riguarda il sesso femminile comporta il 17% di tutti i decessi negli USA,[11] il fumo in generale avendo effetti anti-estrogenici comporta nella donna cambiamenti ormonali come l'anticipazione della menopausa.[12]


Tossicologia del Fumo [modifica]
La maggior parte delle sostanze potenzialmente cancerogene è contenuta nel residuo del fumo ottenuto per allontanamento dell'acqua e della nicotina. Le sostanze nocive del fumo che possono danneggiare direttamente l'apparato respiratorio, ma anche indirettamente gli altri organi interni sono essenzialmente:

nicotina, contenuta nelle foglie della pianta del tabacco
monossido di carbonio, prodotto dalla combustione
idrocarburi policiclici aromatici (IPA), provenienti dalla combustione sia della carta sia del tabacco.
sostanze irritanti (acroleina, acetaldeide).
sostanze ossidanti.

Nicotina [modifica]
Sigaretta durante la combustione.La nicotina è uno dei principali componenti del tabacco, cui conferisce aroma e sapore; viene per la maggior parte eliminata nell'aria, mentre una piccola quantità arriva ai polmoni, dai quali viene parzialmente assorbita, generalmente in ragione da un quindicesimo ad un ventesimo della quantità di nicotina presente nel fumo inspirato, per un totale compreso tra 1 e 2 milligrammi per ogni sigaretta fumata.[senza fonte]
È un veleno fra i più potenti: iniettando in un uomo per via endovenosa la quantità di nicotina contenuta in due o tre sigarette, se ne provoca la morte.[senza fonte] Provoca l'aumento della pressione del sangue, l'aumento delle contrazioni del cuore e produce contrazioni dei vasi sanguigni periferici; è inoltre l'agente che più di ogni altro porta al fumatore dipendenza ed assuefazione.


Monossido di carbonio [modifica]
Il monossido di carbonio è un gas tossico che interferisce con il trasporto dell'ossigeno da parte del sangue e con il suo utilizzo a livello cellulare.


Idrocarburi cancerogeni [modifica]
Gli idrocarburi policiclici aromatici prodotti dalla combustione sono gli agenti principali dei tumori, primo fra tutti il benzopirene. [senza fonte] Tra cui il catrame che viene in parte trattenuto dal filtro.


Patologie correlate [modifica]
Il consumo abituale di sigarette è fattore di incremento del rischio dell'insorgenza di una serie di patologie che possono avere esito mortale per il soggetto, raggruppabili in tre sottospecie: cardiopatie,[13] malattie respiratorie e comparse di masse tumorali:[14]

Broncopneumopatia cronica ostruttiva, la quarta causa di morte nel mondo più civilizzato[15] un'ostruzione delle vie respiratorie, il cui sintomo premonitore è una tosse continua.[16]
Carcinoma polmonare, negli USA nel 2005 considerato come il 13% di tutti i tumori, mentre in Italia è considerata la prima causa di morte per manifestazione tumorale, con 32.000 morti nel 2002.[17]
Carcinoma endometriale, soprattutto nelle donne in stato di postmenopausa.[18]
Carcinoma gastrico, per cui viene considerato il più alto fattore di rischio.[19]
Polmonite interstiziale desquamativa[20]
Infarto miocardico acuto, nelle donne il rischio è aumentato da 6 a 9 volte.[11]
Ictus
Bronchiolite respiratoria con interstiziopatia[6]
Morbo di Buerger, una forma di trombosi più diffusa nel continente Asiatico, se la persona continua il consumo abituale delle sigarette può rendersi necessario l'amputazione dell'arto interessato.[21]
Malattia di Legg-Perthes: fumare durante la gravidanza aumenta il rischio di incidenza nei futuri nascituri.[22]

Fumo passivo [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Fumo passivo.

Il fumo passivo viene inteso come l'involontaria assunzione del fumo da parte di soggetti non fumatori,[23] le persone più esposte risultano i bambini (60% negli USA),[24] ritenuto pericoloso nello sviluppo di malattie croniche.[25]


Dipendenza e Sospensione dal fumo [modifica]
Un indicatore per comprendere la dipendenza del soggetto alla nicotina è il semplice cercare di ritardare la cosidetta "prima sigaretta della giornata",[26] spesso si va incontro all'astinenza da fumo, e la persona cerca aiuto non riuscendo a smettere autonomamente.


Sintomi dell'astinenza [modifica]
Ansia
Vertigini
Cefalea
Insonnia

L'ansia è uno stato caratterizzato da una sensazione di paura non connessa ad alcuno stimolo specifico.

Si distingue dalla paura vera e propria per il fatto di essere aspecifica, vaga o derivata da un conflitto interiore. I segni somatici sono una iperattività del sistema nervoso autonomo e in generale della classica risposta del sistema simpatico di tipo "combatti o fuggi".

L'ansia è una complessa combinazione di emozioni negative che includono paura, apprensione e preoccupazione, ed è spesso accompagnata da sensazioni fisiche come palpitazioni, dolori al petto e/o respiro corto, nausea, tremore interno. Può esistere come disturbo cerebrale primario oppure può essere associata ad altri problemi medici, inclusi altri disturbi psichiatrici.

L'ansia sembra avere una componente cognitiva, una somatica, una emozionale e una comportamentale (Seligman, Walker & Rosenhan, 2001). La componente cognitiva comporta aspettative di un pericolo diffuso e incerto. Dal punto di vista somatico, il corpo prepara l'organismo ad affrontare la minaccia (una reazione d'emergenza): la pressione del sangue e la frequenza cardiaca aumentano, la sudorazione aumenta, il flusso sanguigno verso i più importanti gruppi muscolari aumenta e le funzioni del sistema immunitario e quello digestivo diminuiscono. Esternamente i segni somatici dell'ansia possono includere pallore della pelle, sudore, tremore e dilatazione pupillare.

Dal punto di vista emozionale, l'ansia causa un senso di terrore o panico, nausea e brividi. Dal punto di vista comportamentale, si possono presentare sia comportamenti volontari che involontari, diretti alla fuga o all'evitare la fonte dell'ansia. Questi comportamenti sono frequenti e spesso non-adattivi, dal momento che sono i più estremi nei disturbi d'ansia. Comunque l'ansia non sempre è patologica o non-adattiva: è un'emozione comune come la paura, la rabbia, la tristezza e la felicità, ed è una funzione importante in relazione alla sopravvivenza.

Si pensa che i circuiti neurali che coinvolgono l'amigdala e l'ippocampo soggiacciano all'ansia (Rosen & Schulkin, 1998). Quando i soggetti vengono sottoposti a stimoli spiacevoli e potenzialmente dannosi come odori o gusti ripugnanti, le scansioni PET eseguite su di loro mostrano flussi sanguigni aumentati nell'amigdala (Zald & Pardo, 1997; Zald, Hagen & Pardo, 2002). In questi studi, i partecipanti riportarono anche un'ansia moderata. Questo potrebbe indicare che l'ansia sia un meccanismo protettivo progettato per prevenire comportamenti potenzialmente dannosi per l'organismo come nutrirsi di cibo avariato. Se l'ansia ricorre cronicamente e questa ha un forte impatto sulla vita di una persona, si può diagnosticare un disturbo d'ansia. I più comuni sono il disturbo d'ansia generalizzata (DAG), il disturbo di panico (DP), la fobia sociale, le fobie specifiche, il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e il disturbo post-traumatico da stress (DPTS).

La distinzione con il termine angoscia appartiene solo alle lingue di origine latina, infatti in inglese il termine usato sia per ansia e sia per angoscia è "anxiety", in tedesco "Angst".




Indice [mostra]
1 Diagnosi
1.1 Diagnosi per mezzo degli esami del sangue
2 Disturbo di ansia generalizzato
3 Disturbo di panico
4 Fobia
5 Disturbo ossessivo-compulsivo
5.1 Trattamento
6 Terapia
6.1 Terapia farmacologica
6.2 Psicoterapia cognitivo-comportamentale
6.3 Altre strategie
6.4 Psicoterapia
7 Ansia da esami
8 Altri progetti
9 Bibliografia
10 Collegamenti esterni



Diagnosi [modifica]
Una buona anamnesi e una visita medica sono essenziali per la diagnosi iniziale di qualunque disturbo d'ansia per poter escludere qualunque condizione medica trattabile che potrebbe provocare gli stessi sintomi dell'ansia. Una storia familiare di disturbi d'ansia o altre malattie psichiatriche rafforza la probabilità di un disturbo d'ansia. Siccome vi è una forte associazione dell'ansia con altri problemi psichiatrici, compresi l'abuso di sostanze e la depressione, la visita medica dovrebbe comprendere il controllo della presenza di uso di droghe iniettate intravena e precedenti episodi di autolesionismo.


Diagnosi per mezzo degli esami del sangue [modifica]
Nel 2005 un'equipe di ricercatori dell'Hebrew University di Gerusalemme sviluppò un metodo per scoprire i disturbi d'ansia facendo un semplice esame del sangue. Il gruppo, guidato dal professor Hermona Soreg, decano della facoltà di Scienze alla Hebrew University, creò un indice che calcolava i livelli ottimali di AChE, BChE e PON in rapporto all'età, alla BMI ed altri fattori rilevanti.





Disturbo di ansia generalizzato [modifica]
Il disturbo d'ansia generalizzato è un disturbo cronico comune che interessa due donne per ogni uomo colpito e può portare ad una menomazione considerevole (Brawman-Mintzer & Lydiard, 1996, 1997). Come implica il nome, il disturbo di ansia generalizzato è caratterizzato da una ansia durevole che non è concentrata su un particolare oggetto o situazione. In altre parole è aspecifica o fluttuante. Le persone che hanno questo disturbo si sentono di temere qualcosa ma sono incapaci di esprimere specificatamente di che paura si tratti. Temono costantemente e trovano molto difficile controllare le loro preoccupazioni. A causa della tensione muscolare persistente e le reazioni autonomiche alla paura, possono sviluppare emicrania, palpitazioni, vertigini e insonnia. Questi disturbi fisici, combinati alla intensa ansia di lunga durata, rendono difficile il compito di affrontare le normali attività quotidiane.


Disturbo di panico [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Attacchi di panico.

Con il disturbo di panico, una persona soffre di brevi attacchi di terrore e apprensione intensi che causano tremore e scosse, vertigini e difficoltà respiratorie. Chi è spesso colpito da improvvisi accessi di ansia intensa potrebbe essere afflitto da questo disturbo. L'APA, cioè American Psychiatric Association (2000), definisce l'attacco di panico come una paura o disagio che incomincia bruscamente e ha il suo picco in 10 minuti o meno.

Sebbene gli attacchi di panico qualche volta sembrino venire fuori dal nulla, generalmente capitano dopo esperienze spaventose, stress prolungato o perfino dopo esercizio fisico. Molte persone che hanno attacchi di panico (specialmente il primo) pensano di avere avuto un attacco di cuore e spesso finiscono dal loro medico o al pronto soccorso. Perfino se tutti gli esami risultano nella norma, le persone si preoccupano ancora, con le manifestazioni fisiche dell'ansia che da sole rinforzano il loro timore che ci sia qualcosa che non vada per il verso giusto nel corpo. La consapevolezza estrema di qualunque piccola cosa che capita o che cambia nel corpo può produrre dei momenti stressanti.

I normali cambiamenti nella frequenza cardiaca, come quando si sale una rampa di scale verrà notata da un paziente di disturbo di panico e lo porterà a pensare che qualcosa non va con il cuore o che sta per avere un altro attacco di panico. Qualcuno comincia a preoccuparsi eccessivamente e lascia perfino il lavoro o si rifiuta di uscire da casa. Il disturbo di panico può essere diagnosticato quando diversi attacchi apparentemente spontanei portano l'individuo ad essere preoccupato sui futuri attacchi. Una complicazione comune del disturbo di panico è l'agorafobia, ansia riguardo l'essere in una situazione da cui la via d'uscita è difficile o imbarazzante (Craske, 2000; Gorman, 2000). Altre fobie di larga diffusione sono la claustrofobia, ossia la paura dei luoghi e delle situazioni chiuse, e l'ipocondria, la paura di ammalarsi e/o di morire. Secondo la psicoterapia dialettica di Nicola Ghezzani (La logica dell'ansia, 2008), le fobie sono riassumibili nel campo fenomenologico di sole tre grandi paure: 1. La paura di morire; 2. la paura di impazzire; 3. la paura di trasgredire (ovvero di commettere crimini o atti antisociali). Le tre grandi paure si sintetizzano, infine, nella grande paura di perdere il controllo su di sé, rivelando così la base ossessivo-ansiosa di ogni disturbo fobico. Ciascuna di queste fobie, nel momento in cui evoca la sensazione di una perdita di controllo sul Sé può dar luogo a un attacco di panico e sviluppare una sindrome DAP. Secondo la psicoterapia dialettica la terapia consite allora nel prendere coscienza delle motivazioni che sottendono il conflitto psicologico e il timore della perdita di controllo sul Sé.


Fobia [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Fobia.

Questa categoria riguarda una forte e irrazionale paura ed evitamento di un oggetto o situazione. La persona sa che la paura è irrazionale tuttavia l'ansia rimane. Il disturbo fobico differisce dal disturbo di ansia generalizzata e dal disturbo da panico perché vi è uno stimolo o situazione specifici che elicita una forte risposta di paura. Si immagini come ci si sentirebbe ad essere talmente spaventati da un ragno da tentare di saltare fuori da un'auto in corsa per fuggire via da esso. Questo mostra cosa potrebbe sentire una persona che soffre di una fobia.

Le persone che hanno una fobia, hanno anche un'immaginazione particolarmente potente, tanto che anticipano vividamente conseguenze terrificanti nel caso in cui incontrassero oggetti come coltelli, ponti, sangue, posti chiusi o certi animali. Questi individui riconoscono che le loro paure sono eccessive e irragionevoli ma sono generalmente incapaci di controllare la loro ansia. Oltre alle fobie specifiche, come la paura dei coltelli, ratti o ragni, vi è un altro tipo di fobia, conosciuta con il nome di fobia sociale. Gli individui con questo disturbo sperimentano una paura intensa di essere valutati negativamente dagli altri o di essere imbarazzati in pubblico a causa di atti impulsivi.

Quasi tutti sperimentano la “paura del palcoscenico” quando parlano o si esibiscono di fronte ad un gruppo. Ma le persone che soffrono di fobia sociale diventano così ansiosi che la performance è fuori questione. Di fatto, la loro paura del giudizio pubblico e la potenziale umiliazione diventa così pervasiva che la vita normale è impossibile (den Boer 2000; Margolis & Swartz, 2001). Un'altra forma di fobia sociale è la “timidezza d'amore” o "ansia da prestazione" che colpisce alcuni uomini. Le persone colpite si trovano incapaci di cominciare una relazione intima adulta (Gilmartin 1987).


Disturbo ossessivo-compulsivo [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Disturbo ossessivo-compulsivo.

Il disturbo ossessivo-compulsivo è un disturbo d'ansia caratterizzato da ossessioni e/o compulsioni. Le ossessioni sono pensieri o immagini angoscianti e ripetitivi che l'individuo spesso realizza essere senza senso. Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi che la persona si sente costretta a compiere per alleviare l'ansia. Un esempio sarebbe l'ossessione di pulizia estrema e la paura di contaminazione che può portare alla compulsioni di lavarsi le mani centinaia di volte al giorno. Un altro esempio può essere l'ossessione che la propria porta sia non chiusa a chiave, che può portare al costante controllare e ricontrollare le porte.


Trattamento [modifica]
La terapia d'elezione per l'ansia consiste nella prescrizione di farmaci ansiolitici e/o psicoterapia breve basata su tecniche cognitive e comportamentali. Una combinazione delle due può essere più efficace di una delle due presa da sola. Nondimeno, essendo l'ansia la manifestazione emergente di conflitti psicologici più o meno consapevoli, la psicoterapia d'elezione può essere una psicoterapia che indaghi tali conflitti e li metta sotto il controllo della coscienza. In questo senso si mostrano particolarmente adeguate le psicoterapie psicodinamiche e la psicoterapia dialettica. Poiché spesso l'ansioso è caratterizzato dal bisogno stringente di "avere risultati" allora queste psicoterapie potranno essere bene integrate sia da una moderata farmacoterapia, sia da tecniche di integrazione psicocorporea.


Terapia [modifica]

Terapia farmacologica [modifica]
I sintomi acuti dell'ansia sono spesso controllati con farmaci ansiolitici come le benzodiazepine. Il diazepam (valium) era uno dei primi farmaci di questo tipo. Oggi vediamo una vasta serie di farmaci anti-ansia che sono basati su benzodiazepine, sebbene solo due sono state approvate per gli attacchi di panico, Klonopin e Xanax. Tutte le benzodiazepine provocano assuefazione e l'uso prolungato dovrebbe essere attentamente monitorato da un medico, preferibilmente uno psichiatra. È molto importante che una volta messo a regime l'uso regolare di benzodiazepine, l'utente non dovrebbe interrompere la cura bruscamente.

Alcuni dei SSRI (selective serotonin reuptake inhibitors) sono stati usati con vari gradi di successo per curare pazienti che hanno ansia cronica, i migliori risultati si sono visti con quelli che esibiscono sintomi di depressione clinica e contemporaneamente un disturbo di ansia generalizzata. I beta-bloccanti vengono anche usati per curare i sintomi somatici associati con l'ansia, specialmente l'insicurezza della “paura del palcoscenico”.

Molti studiosi credono che le benzodiazepine e altri farmaci anti-ansia siano eccessivamente prescritti e portano potenzialmente assuefazione. Il fatto che la classe delle benzodiazepine portino dipendenza diventò chiaro nella metà degli anni sessanta, quando il Valium (diazepam), il primo psicofarmaco della sua classe ad essere approvato dalla FDA (Federal Drug Administration), che risultò in migliaia di persone che rapidamente mostravano i sintomi classici della dipendenza quando veniva usato costantemente per più di una settimana o due.

La benzodiazepina che porta dipendenza più delle altre sembra essere Xanax a causa del suo inizio rapido e la emivita nel flusso sanguigno. Lo Xanax ha anche la dubbia prerogativa di essere la sola benzodiazepina che richiede il ricovero in ospedale in caso di interruzione come precauzione contro gli attacchi pericolosi e qualche volta fatali che sono parte del processo di disintossicazione. Nessun altro farmaco in questa classe ha mostrato questo effetto collaterale mortale, sebbene l'interruzione brusca di qualunque benzodiazepina può risultare in dolore allo stomaco, crampi, aumento dell'ansia, insonnia ed altri segni della privazione.


Psicoterapia cognitivo-comportamentale [modifica]
La psicoterapia cognitivo-comportamentale è una delle più diffuse psicoterapie fra le psicoterapie brevi per la cura dell'ansia. L'obiettivo del terapeuta cognitivo-comportamentale è di ridurre il comportamento di evitamento ed aiutare il paziente a sviluppare abilità di coping (fronteggiare le situazioni). Questo può comportare:

Sfidare credenze false o auto-lesionistiche
Sviluppare l'abilità di parlare a sé stessi in modo positivo (self-talk positivo)
Sviluppare la sostituzione di pensieri negativi
Desensibilizzazione sistematica (usata principalmente per l'agorafobia e le fobie specifiche)
Fornire conoscenza al paziente che lo aiuterà a fronteggiare le situazioni (per esempio se qualcuno soffre di attacchi di panico, gioverà l'informazione che le palpitazioni in se stesse, anche se rapide e prolungate sono del tutto innocue).
Bisognerebbe notare che, al contrario delle prescrizioni mediche, l'efficacia della terapia cognitivo-comportamentale dipende da vari fattori soggettivi come la competenza del terapeuta. Oltre alla terapia convenzionale, vi sono dei programmi cognitivo-comportamentali che i pazienti possono svolgere a casa come parte della loro cura.


Altre strategie [modifica]
Una varietà di integrazioni e farmaci senza ricetta sono anche usati per le loro presunte proprietà anti-ansia, anche se vi sono poche prove che sostengono queste affermazioni. Si ritiene che alcune erbe abbiano principi anti-ansia, come la radice di valeriana o la camomilla. Alcuni metodi di terapia breve strategica si stanno affermando velocemente per la loro comprovata efficacia e perché risultano essere molto meno dispendiosi in termini di tempo e decisamente più economici rispetto alle tradizionali forme di psicoterapia. Integrazioni alimentari per combattere l'ansia includono il magnesio e le vitamine del complesso B. Alcune attenzioni a sé stessi e le tecniche di rilassamento giocano un ruolo importante nell'alleviare i sintomi dell'ansia. Per esempio:

Una dieta appropriata – Questo comprende la riduzione del consumo di caffeina, zucchero e, in generale, un miglioramento delle abitudini alimentari. La riduzione della caffeina dovrebbe essere graduale. Alcuni che soffrono di ansia riferiscono riduzioni considerevoli nella loro ansia semplicemente prendendo queste misure.
Esercizio fisico – Si pensa che un po' di esercizio allevi lo stress. Chi soffre d'ansia dovrebbe notare che le palpitazioni di cuore durante l'esercizio fisico possono scatenare un attacco di panico quindi, probabilmente, è meglio sviluppare gradualmente un esercizio di routine all'interno di un programma cognitivo-comportamentale.
Ridere
Tecniche di respirazione.
Sonno appropriato.
Tecniche di rilassamento – Uno stato di rilassamento può essere raggiunto con l'aiuto di registrazioni di auto-ipnosi, training autogeno, yoga, meditazione. Ci sono una serie di libri specializzati nella gestione dello stress.
Gestione dello stress – Questo può comportare cambiamenti nello stile di vita e nella gestione del tempo. Ci sono un numero di libri specializzati nello stress management.
Strategie per affrontare gli attacchi di panico. Strategie specifiche per trattare con gli attacchi di panico, come una tecnica di respirazione adatta e self-talk rassicurante.
La ricerca del significato e dello scopo – Alcuni esperti hanno indicato che l'ansia generalizzata residua può essere il risultato di una specie di noia dell'esistenza. Essi raccomandano di cercare un'occupazione che il paziente trova significativa.
Le bevande alcoliche sono probabilmente la sostanza più usata per l'alleviamento dell'ansia. Coloro i quali soffrono d'ansia dovrebbe essere messi in guardia che l'alcol è anche un potente depressivo ed ha una pletora di effetti collaterali fastidiosi e pericolosi oltre a provocare assuefazione.


Psicoterapia [modifica]
È stato dimostrato che la psicoterapia è più efficace di ogni altro tipo di terapia da sola nell'alleviare i disturbi dell'ansia e ridurre le sue conseguenze sull'organismo.

Le psicoterapie possibili sono diverse, per esempio:

Psicoterapia ericksoniana
Psicoterapia cognitivo-comportamentale
Psicoanalisi
Psicoterapia sistemico-relazionale
Psicoterapia dialettica

Ansia da esami [modifica]
L'ansia da esami è l'inquietudine, l'apprensione o il nervosismo sentito dagli studenti che hanno paura di fallire un esame. Gli studenti che soffrono ansia da esami possono provare: l'associazione tra i voti e il valore personale, essere imbarazzati da un insegnante, frequentare una classe che supera le proprie possibilità, la paura dell'alienazione da parenti o amici, la pressione del tempo o la sensazione di perdita di controllo. Nell'ansia possono essere presenti componenti emotive, cognitive, comportamentali e fisiche. Sono comuni sudorazione, vertigini, emicrania, tachicardia, nausea, giocherellare nervosamente e tamburellare su un piano. Un livello di attivazione ottimale è necessario per completare al meglio un compito come un esame; comunque, quando l'ansia o il livello di attivazione eccede quello ottimale, il risultato è un declino della performance.

La vertigine è una distorsione della percezione sensoriale dell’individuo. Tale distorsione influisce sul movimento della persona dandogli un'errata percezione dello stesso, caratterizzato da perdita di equilibrio, frequentemente essa è di tipo rotatorio.

Indice [mostra]
1 Tipologia
2 Sintomatologia
3 Eziologia
3.1 Posizionale parossistica benigna
3.2 Neurite vestibolare
3.3 Otite media cronica
3.4 Malattia di Ménierè
3.5 Neuronite vestibolare
4 Terapie
5 Esami
6 Note
7 Voci correlate
8 Collegamenti esterni
9 Bibliografia



Tipologia [modifica]
Esiste una classificazione a seconda della durata e dalle cause scatenanti:

Vertigine periferica
Vertigine centrale
Vertigine posizionale parossistica benigna (Cupololitiasi)
Vertigine presincopale
Spesso le persone utilizzano il termine “vertigini” per descrivere una molteplice varietà di sensazioni provate, che vanno dal giramento di testa, allo stordimento, alla debolezza ed anche alla vera vertigine.


Sintomatologia [modifica]
La vertigine può essere accompagnata da nausea, Sincope, mal di testa e più raramente disturbi alla vista e vomito.


Eziologia [modifica]
A seconda della durata della vertigine si può comprendere quale sia la causa scatenante

Secondi, vertigine posizionale parossistica benigna
Minuti – ore, malattia di Ménierè, Sifilide otica, Malattia di Cogan, labirintite
Giorni, Neuronite vestibolare, neurinoma dell’acustico
Nella maggior parte dei casi, la malattia che induce la vertigine è localizzata nell'orecchio, dato che, quest'ultimo, è un organo anche impiegato al mantenimento dell'equilibrio.[1]

Il labirinto, infatti, è un organo sensoriale che, contemporaneamente da entrambi i lati, invia informazioni al cervello in risposta ad ogni movimento, e solo grazie a questi dati trasmessi l'essere umano è capace di capire in quale posizione si trovi. Quindi è sufficiente aver subito danni ad uno dei due labirinti per avere disturbi di equilibrio.


Posizionale parossistica benigna [modifica]
È molto diffusa ed è causata da una alterazione labirintica, indotta da traumi alla testa (colpo di frusta, trauma cranico, ecc.), da malattie vascolari (diabete, ecc.), ipertensione e senilità. È caratterizzata da crisi di breve durata, non molto intense e solitamente non è associata a disturbi uditivi.[1]


Neurite vestibolare [modifica]
È piuttosto rara, non è facilmente diagnosticabile e procura episodi gravi di vertigine. Si tratta di un'infiammazione del nervo o dei nuclei nervosi, talvolta di natura virale.


Otite media cronica [modifica]
Oltre all'otite e alle sue varianti, bisogna includere tutte quelle malattie dell'orecchio medio che possono danneggiare il labirinto. La colestea-tomatosa erode e può danneggiare l'osso temporale che contiene il labirinto.


Malattia di Ménierè [modifica]
È caratterizzata da vertigini, diminuzione dell'udito e ronzio auricolare (acufeni). Le crisi di vertigini sono molto intense ed è possibile arrivare alla perdita totale dell'udito, mentre alla stadio iniziale il calo uditivo si ha solo in corrispondenza delle crisi.[1]


Neuronite vestibolare [modifica]
A causa di questa malattia, il nervo vestibolare subisce allungamenti o compressioni. Le crisi di vertigine non sono molto gravi anche se persistono nel tempo e sono associabili a ronzii e a una diminuzione dell'udito.


Terapie [modifica]
Il trattamento, oltre che al riposo forzato a letto per i casi acuti, consiste nella somministrazione di farmaci soppressori vestibolari, fra cui:

Antistaminici con i principi attivi:

Meclizina 25,50 mg 3 volte al giorno
Dimenidrinato 50 mg 1,2 volte al giorno
Benzodiazepine con i principi attivi:

Diazepam, 2,5 mg 1,3 volte al giorno
Clonazepam, 0.25 mg 1,3 volte al giorno
Fenotiazine fra cui la Procloperazina, 25 mg in supposta

Se invece la vertigine risulta ricorrente nella persona è utile l’uso della scopolamina, antiemetici se vi sono sintomi di nausea.

Anche con la fisioterapia e l’esercizio fisico si possono mostrare miglioramenti

In alcuni casi si ricorre alla microchirurgia otologica che tende a far scomparire la malattia e a migliorare la componente uditiva.

La cefalea è un disturbo doloroso del capo (talora associato a dolorabilità di faccia e/o collo). E' la più comune tra le sindromi dolorose.

Indice [mostra]
1 Classificazione
2 Dati fisiopatologici
2.1 Flusso ematico cerebrale e Spreading Oligoemia
2.2 Spreading Depression di Leao
3 Ruolo della serotonina
4 Pazienti
5 Possibili cause
6 Vie del Dolore
6.1 Teoria dell’infiammazione neurogena
6.2 Teoria Unificatoria
7 Cefalea Tipo Tensivo
8 Cefalea A Grappolo
8.1 Teoria di Lee Kudrow
9 Argomenti correlati
10 Collegamenti esterni


Classificazione [modifica]
La classificazione maggiorrmente utilizzata è quella Headache International Society che distingue le cefalee in:

Cefalee primitive (ossia non secondarie ad altre patologie cranio-facciali) si possono dividere tre gruppi principali:

Cefalea da disordini vascolari, più propriamente Emicrania. A sua volta l'Emicrania si divide in "con aura" e "senza aura", più altri casi rari,che sono: oftalmoplegica, emiplegica, basilare, complicata
Cefalea di tipo tensivo (CTT)
Cefalea a Grappolo o Cluster headache
Se queste cefalee primitive diventano Croniche, diventa difficile distinguerne l'origine, poiché spesso in questi casi diventano miste (tensionale, a grappolo, emicrania "trasformata").

Cefalee secondarie

Post-traumatiche
Vascolari
Infiammatorie
Infettive
Tumorali o da ipertensione endocranica
Da assunzione di sostanze o dall'interruzione dell'assunzione di sostanze (per esempio caffeina)
Da lesioni extracraniche
Da disordini dell'omeostasi
Per approfondire, vedi le voci Cefalea di tipo tensivo, Cefalea a grappolo, Cefalea postcommotiva, Cefalea da tosse e Cefalea postrachicentesi.

La cefalea come espressione di una malattia cerebrovascolare può rappresentare in alcuni casi un sintomo di notevole rilievo, in altri comparire incostantemente.

La recente insorgenza, soprattutto in pazienti con anamnesi positiva per fattori di rischio vascolare, la modificazione di sede o di qualità della cefalea, la presenza di altre malattie sistemiche o di particolari fattori scatenanti, la coesistenza di altri sintomi neurologici rappresentano circostanze che impongono un approfondimento diagnostico in quanto suggestive di una genesi secondaria del sintomo cefalea.


Dati fisiopatologici [modifica]
Nella maggior parte delle Emicranie il dolore è spesso pulsante, sincrono con il polso e può cambiare di sede, c'è nausea e spesso vomito, fotofobia e fonofobia, aggravamento con l'attività fisica.

Sono state praticate parecchie indagini, biologiche, elettrofisiologiche, vascolari, di diagnostica per immagini, ma, allo stato attuale delle conoscenze, nessuna indagine ha valore di test diagnostico per le cefalee.

Quasi sempre infatti la diagnosi è clinica e basata su una accurata raccolta anamnestica.


Flusso ematico cerebrale e Spreading Oligoemia [modifica]
Olesen e Coll nel 1981 dimostrarono in pazienti emicranici (ECA) un decremento del flusso ematico cerebrale che progrediva dalla regione occipitale alla frontale della corteccia cerebrale. Una onda di vasocostrizione che progrediva alla velocità di 2-3 mm al minuto. In pratica si osservò una ipoperfusione iniziale seguita da una iper perfusione ed infine un rientro alla norma.


Spreading Depression di Leao [modifica]
Nel 1944 si osservò il correlato elettrofisiologico: un’onda di depressione elettrica occipito-frontale e che faceva seguito ad un aumento improvviso di attività.

Welch rilevò nel contesto, bassi livelli di magnesio all’inizio dell’attacco, fattore che poteva avere come risultato una maggiore irritabilità elettrica.

Non è stata ancora chiarita l’esatta relazione tra questi riscontri e l’attacco emicranico.


Ruolo della serotonina [modifica]
Molte osservazioni indicano che le piastrine dei pazienti emicranici sono caratterizzate da una condizione di iperaggregabilità. Durante un attacco la 5HT piastrinica aumenta per poi diminuire, si è evidenziato il rilascio e l’aumentata escrezione di metaboliti. La 5HT rilasciata ha un effetto vasocostrittore, ma assieme ad alcuni neuropeptidi sensibilizzano la parete dei vasi ematici inducendo una vasodilatazione.

Esistono almeno 7 recettori per la 5HT. Si trovano nelle meningi, in alcuni strati della corteccia, nelle strutture più profonde e nei nuclei tronco encefalici. Stimolati i recettori 5HT1 interrompono un attacco emicranico, il blocco dei 5HT2 può prevenire il verificarsi degli attacchi. Dunque sia agonisti che antagonisti serotoninici possono essere usati in terapia. Agonisti dei recettori 5HT1 sono i triptani, e gli ergotaminici; gli antagonisti dei 5HT2 sono metisergide, triciclici ecc.


Pazienti [modifica]
I pazienti molto spesso fraintendono il significato di “causa”, identificando di volta in volta varie cause per i loro mal di testa. O all’opposto credono che non si sappia nulla delle cause delle loro cefalee.

In realtà, una visione unitaria e complessiva seppur semplificata è: esistono dei disturbi della trasmissione dell’informazione dolore nel settore cefalico, tali disturbi, come se esistesse una iperalgesia, aumentano la sensibilità di risposta a tutta una serie di stimoli, fattori scatenanti per un attacco.

Esiste poi importantissima quella che identifichiamo come commorbilità psichiatrica. Spesso alcuni tratti di carattere sono associati ai disturbi cefalalgici. Si possono disegnare tre tipi di persone:

Il riservato. Ha difficoltà nel verbalizzare le proprie emozioni, è timido o comunque introverso, chiuso.C’è aggressività repressa, è la persona che non ha mai sbattuto il pugno sul tavolo.
Il preciso. È molto ordinato pignolo, controlla sempre che tutto sia fatto bene, perché in fondo teme il giudizio degli altri e non vuol farsi prendere in castagna. Deve tenere la situazione sotto controllo.
Il rancoroso. Soffre per i torti subiti, veri o immaginari che siano. In fondo ai pensieri c’è sempre il concetto che sono gli altri la causa del proprio dolore. È l’immagine dell’adolescente in rivolta verso i genitori.
Alcuni “giochi” del cefalalgico, descritti da Dalessio, si vedono con una certa costanza:

Il gioco “è la mia dieta”. “Io conosco il cibo che mangio. Ho eliminato dalla dieta molti cibi. Ma continuo ad avere dolore: posso fare un test per le allergie?”
Il gioco “è la mia sinusite”. “mi hanno sterilizzato il naso, ho subito due Caldwell Luc, la resezione dei turbinati, ma ho ancora dolore, che posso fare?”
Il gioco “è la mia ATM”. “sono stato da tre dentisti, la dentatura mi è stata risistemata, ma ancora le mie gengive e la bocca sono infiammate”.
Il gioco “ancora un altro esame” “sono sicuro che c’è qualcosa, ma i medici non sanno dirmi che. Ho fatto innumerevoli esami negativi. Ho sentito parlare di magnetoelettroencefalografia, posso farla?”
Alcuni atteggiamenti, comportamenti appresi, rendono manifeste delle forme particolari o delle associazioni tipiche di patologie algiche.

Bruxismo: spesso una ipertrofia ed una dolenzia dei gruppi muscolari masticatori. Si nota spesso una ricorrenza dell’ordine genitoriale “Coraggio, stringi i denti e vai avanti!”
Low back pain: molto comune l’associazione lombalgia, cervicalgia, cefalea posteriore. Si notano tratti di rigidità nella personalità ed al limite riferimenti persecutori. Per questo l'aiuto di un osteopata potrebbe risultare efficace in quanto può ricreare una corretta mobilità, funzinalità di tutta la colonna e indirettamente indurre un rilasciamento muscolare.
Vertigine soggettiva: molto comune in associazione con CTT in persone particolarmente ansiose.
Alcune Cefalee frontali: spesso in collegamento con particolari mimiche facciali (l’accigliato, il corrugato).

Possibili cause [modifica]
Cause scatenanti l'attacco:

Stimoli Sensoriali
Sbalzi termici.
Alcuni cibi (glutammato, tiramina, vini rossi).
Stress fisici e psichici.
Luci intense e rapidi cambi di pattern luminosi.
Fumo o locali fumosi
Aria viziata
Eccesso di alcool
Ormoni
Modificazioni cronobiologiche
Altri neurotrasmettitori:

Noradrenalina, media vasocostrizione ma anche vasodilatazione ed interviene nel rilascio dei NEFA.
Dopamina, gli antagonisti come la metoclopramide possono diminuire la cefalea.
Gli amminoacidi eccitatori come il Glu possono avviare la modificazione dell’attività elettrica e possono scatenae l’attacco.
Glu, neuropeptideY, CGRP, VIP hanno azione vasodilatatoria e rientrano nei meccanismi della sensitizzazione centrale.
Istamina, tiramina, feniletilamina possono essere coinvolte.
Gli oppioidi endogeni sono tra i fattori che modulano il dolore emicranico ma i risultati di studi in merito sono contrastanti
Le prostaglandine sembrano essere responsabili della vasodilatazione.
La Teoria Centrale è basata su diverse evidenze:

L’Aura emicranica è mediata dalla corteccia visiva.
L’emicrania può essere associata a modificazioni del flusso ematico e dell’attività elettrica.
I sintomi prodromici (modificazioni dell’umore, sonnolenza arsura sbadigli) suggeriscono un’alterazione della funzione ipotalamica.
Spesso il SN autonomo è chiaramente coinvolto.
Alcune strutture troncoencefaliche come il Locus coeruleus ed il Nucleo del Rafe Dorsale sono importanti nella modulazione del dolore e stimolati scatenano una riduzione del flusso ematico il primo ed un incremento il secondo.


Vie del Dolore [modifica]
L’input sensoriale al capo faccia raggiunge il tronco encefalico tramite i nervi V, VII, IX, X ed attraverso i nervi occipitali. I primi quattro raggiungono i nuclei della radice discendente del trigemino, equivalente alle lamine I e II del midollo. Gli input viscerosensitivi arrivano al nucleo del tratto solitario. Queste afferenze vengono modulate da vie provenienti dal Locus Coeruleus e dal Grigio Periacqueduttale e dal Rafe Mediano. I nervi cervicali superiori invece afferiscono al midollo come tutte le altre afferenze.


Teoria dell’infiammazione neurogena [modifica]
Moskowitz ha dimostrato che il sistema Trigemino vascolare è una struttura chiave nella modulazione del dolore cranico. Il sistema origina nelle meningi all’interfaccia di fibre C afferenti al V e negli adiacenti vasi durali. Le fibre raggiungono il ganglio e quindi in nucleo caudale del V. Moskowitz, in realtà riproducendo alcune ipotesi valide per il dolore neuropatico, considera ciò che succede all’interfaccia meningo vascolare come una infiammazione neurogena. Questa è causata dal rilascio (antidromico) di sP, CGRP, Nka. I neuropeptidi provocano vasodilatazione stravaso plasmatico ed attivazione dell’endotelio. Il risultato è una sensibilizzazione periferica del tutto analoga alla iperalgesia primaria. È stato dimostrato un recettore pre sinaptico 5HT1 che inibisce il rilascio ed interrompe l’attacco.


Teoria Unificatoria [modifica]
Lance e coll (’82 ’89). Un qualche processo che ha origine nella corteccia orbito-frontale e limbica scatena degli eventi nel sistema nor adrenergico troncoencefalico attraverso il locus coeruleus, nel sistema serotoninergico attraverso il nucleo del rafe dorsale ed il sistema trigemino vascolare. Questo ha come conseguenza una modificazione del diametro vasale che a sua volta può generare impulsi trigeminali e scatenare un circolo vizioso. Nausea e vomito sono probabilmente scatenate dalla dopamina e dalla 5HT nell’area postrema del pavimento del IV ventricolo. Le proiezioni del locus coeruleus alla corteccia potrebbero essere l’origine della spreading depression.


Cefalea Tipo Tensivo [modifica]
Le relazioni tra CTT, sindrome del dolore miofasciale e fibromialgia sono complesse. Input nocicettivi miofasciali accoppiati ad una alterazione della modulazione centrale del dolore possono determinare una disfunzione centrale che ha come risultato una CTT. È possibile che l’interfaccia periferica siano le afferenze dai muscoli, ma il sistema coinvolto centralmente è sovrapponibile a quello delle emicranie. Uno dei farmaci più efficaci nella CTT è l’amitriptilina, questo lascia dedurre l’importanza delle vie serotoninergiche e catecolaminergiche nel fenomeno. Anche nella CTT può essere chiamata in causa una disfunzione centrale che coinvolge corteccia, sistema limbico, talamo e tronco encefalo.


Cefalea A Grappolo [modifica]
Dopo una iniziale teoria istaminergica della CAG, il reale ruolo istaminico ancora non è stato chiarito. Molti hanno notato livelli elevati di istamina e degranulazione dei mastociti. Altri hanno rilevato decremento dei livelli plasmatici di testosterone ed LH. In realtà diverse anomalie cronobiologiche sono state osservate che orientano verso una anormalità dell’asse ipotalamo ipofisi. Il nucleo soprachiasmatico appare interessato. Kudrow ha ipotizzato che una incapacità del nucleo soprachiasmatico di sincronizzazarsi col fotoperiodo potesse essere il trigger scatenante gli attacchi. Kunkle suggerì che gli attacchi fossero una conseguenza di una iperattività del VII e X. Moskowitz ritiene comunque il sistema trigemino vascolare il principale mediatore.


Teoria di Lee Kudrow [modifica]
Il periodo del grappolo può comportare un’alterazione caratterizzata da una disfunzione ipotalamica che determina anormalità cronobiologiche ed una alterazione delle funzioni autonomiche. Questo ha come conseguenza un deficit dell’autoregolazione vascolare ed un’alterata risposta dei chemocettori del glomo carotideo alla caduta dei livelli di ossigeno. In tali condizioni un attacco può essere provocato da un decremento dei livelli di ossigeno. Il troncoencefalico è coinvolto, come pure il V,VII,IX,X. Si verificano modificazioni vasali soprattutto nel seno cavernoso.

L'insonnia è un disturbo del sonno caratterizzato dall'impossibilità di addormentarsi o di dormire per un tempo ragionevole durante la notte.

Coloro che soffrono di insonnia di solito lamentano di non essere in grado di dormire che per pochi minuti alla volta o di agitarsi nel letto durante la notte. Se l'insonnia continua per più di alcune notti di seguito può divenire "cronica" e causare un deficit nel sonno che è estremamente nocivo per la salute dell'insonne. L'insonnia altera il naturale ciclo del sonno, ciò può risultare difficile da restaurare. Alcuni insonni non saggiamente continuano a lamentarsi sebbene cerchino di dormire nel pomeriggio o nella prima serata col risultato di ritrovarsi all'ora di dormire molto vigili aggravando l'insonnia. Altri spingono il loro corpo fino ai propri limiti, sin quando la mancanza di sonno causa gravi problemi fisici e mentali.

Indice [mostra]
1 Le più comuni forme di insonnia cronica
1.1 Apnea durante il sonno
1.2 Restless Leg Syndrome (RLS) e Periodic Limb Movement (PLM)
1.3 Phase Shift Disorder
1.4 Parasonnia
2 Trattamenti per l'insonnia
2.1 Trattamenti naturali
2.2 Trattamenti farmacologici
3 Rimuovere le principali cause dell'insonnia
4 Bibliografia
5 Voci correlate
6 Collegamenti esterni



Le più comuni forme di insonnia cronica [modifica]

Apnea durante il sonno [modifica]
Ciò accade quando durante il sonno la respirazione si interrompe, interrompendo il sonno. Con la forma ostruttiva dell'apnea durante il sonno alcuni muscoli dell'apparato respiratorio perdono il loro tono e collassano. I malati di Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS) spesso non ricordano quanto avviene, ma lamentano una forte sonnolenza diurna. L'apnea centrale avviene quando il sistema nervoso centrale interrompe lo stimolo a respirare, allora l'individuo è costretto a svegliarsi per ricominciare a respirare. Questa forma di apnea è spesso collegata a condizioni cerebro-vascolari, collasso cardio-circolatorio e invecchiamento precoce.


Restless Leg Syndrome (RLS) e Periodic Limb Movement (PLM) [modifica]
Sindrome della gamba irrequieta e Movimenti periodici dell'arto - I sintomi di RPS e PLM sono spesso descritti come un formicolio o un brivido avvertito alle gambe che creano un forte necessità di muoverle. L'individuo si muove continuamente nel letto nel tentativo di alleviare questa sgradita sensazione, causando veglia e di conseguenza mancanza di sonno. Fortunatamente le terapie per questi disordini sono efficaci in oltre il 90% dei casi. è un disturbo psichiatrico che va trattato


Phase Shift Disorder [modifica]
Questo avviene quando l'orologio biologico di una persona non obbedisce al normale ciclo del sonno notturno e veglia diurna. Spesso avviene in soggetti che effettuano regolarmente viaggi lungo diversi fusi orari, poiché il sorgere e tramontare del sole non coincide più col concetto interiore del soggetto, ed è riscontrabile in soggetti che lavorano essenzialmente di notte. Vedi anche: Ritmo circadiano e jet lag.


Parasonnia [modifica]
Questo include un numero di disordini di sveglia improvvisa che includono incubi, sonnambulismo, comportamento violento durante il sonno e disturbi della fase R.E.M., nel quale una persona muove il proprio corpo per assecondare ciò che sta sognando. Queste condizioni, eccetto il sonnambulismo, possono essere curate con successo attraverso interventi medici o di uno specialista del sonno.


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Molte persone che credono di soffrire d'insonnia possono in realtà avere un bisogno di sonno inferiore a quello che credono. Il processo d'invecchiamento normalmente comporta un sonno più leggero e per periodi più brevi[senza fonte], molti anziani si agitano nel letto a tarda notte o nelle prime ore del mattino quando il loro corpo non necessita di dormire, poiché i soggetti credono di aver bisogno di dormire per essere riposati.

L'insonnia è un comune effetto collaterale di alcuni farmaci, e può essere causata da stress, sconvolgimenti psicologici, malattie fisiche o mentali, allergie alimentari e scadente igiene del sonno (andare a letto nei momenti sbagliati, uso di eccitanti, visione di film particolarmente "forti" prima di andare a dormire, etc. etc.). L'insonnia è caratteristica nelle persone affette da disturbo bipolare, e può essere un sintomo di iper-tiroidismo, depressione o uso di alimenti con effetti stimolanti (caffè, cacao, etc. etc.). Inoltre una rara condizione genetica causata da un prione conduce ad una forma letale di insonnia chiamata Insonnia familiare fatale. Tale sindrome è simile al morbo di Creutzfeldt-Jakob, cioè alla malattia indotta dall'ingestione di carni di bovini affetti dal morbo della mucca pazza.


Trattamenti per l'insonnia [modifica]
Esiste un grande numero di rimedi per l'insonnia, alcuni dei quali derivanti da tradizioni popolari antiche, altri frutto delle moderne ricerche farmacologiche o psichiatriche.


Trattamenti naturali [modifica]
Molti insonni si affidano a sonniferi o altri sedativi per cercare di riposare. Altri usano erbe quali: valeriana, camomilla (anche se da studi di omeopatia risulta essere un eccitante), lavanda, luppolo, passiflora, escolzia, biancospino.

Alcuni rimedi tradizionali per l'insonnia includono il bere latte tiepido prima di andare a dormire, fare un bagno caldo nella sera, un forte esercizio fisico per mezz'ora nel pomeriggio, mangiare molto a pranzo e fare una cena leggera tre ore prima di addormentarsi, evitare attività stimolanti nelle ore serali e, paradossalmente, svegliarsi presto al mattino e andare a letto in un orario consono.

Nella medicina popolare cinese i medici hanno curato l'insonnia per migliaia di anni. Un approccio tipico può essere l'agopuntura, una dieta e un'analisi dello stile di vita, l'erboristeria o altre tecniche, con lo scopo di ribilanciare le energie del corpo per risolvere il problema in maniera delicata. Sebbene possano apparire dalla dubbia scientificità, molti di questi rimedi si sono dimostrati nel tempo, sufficienti ad interrompere il ciclo di insonnia evitando l'utilizzo di sedativi o sonniferi. Il latte tiepido contiene alti livelli di triptofano, un sedativo naturale. L'olio di lavanda ed altri olii essenziali possono aiutare ad indurre uno stato di rilassamento.

I soggetti che soffrono di insonnia non correlabile ad alcun disturbo organico o neurologico specifico, riescono a trovare un trattamento valido nella psicoterapia, andando ad affrontare quelle cause di stress, ansia o depressione che provocano tale disturbo, anche senza l'ausilio di farmaci ipnotici o, nello specifico, delle benzodiazepine, che possono indurre ad una forte dipendenza e che provocano un peggioramento generale dei sintomi in caso di brusca sospensione.[1]


Trattamenti farmacologici [modifica]
Esistono diverse categorie di farmaci e psicofarmaci che, a causa del loro forte effetto tranquillante vengono prescritte per la cura sintomatica dell'insonnia, specialmente nei casi più gravi.

I farmaci ipnotici più comunemente prescritti per l'insonnia sono le benzodiazepine. Queste includono farmaci come il diazepam (presente in Italia sotto diversi nomi, tra i quali Valium), il lorazepam (venduto in Italia col nome Tavor), il nitrazepam e il midazolam (venduto in Italia sotto il nome Ipnovel).

Negli anni '90 sono stati introdotti nel mercato farmaceutico i cosiddetti Farmaci Z (tra cui Zolpidem, Zoplicone) ovvero imidazopiridine che non hanno le controindicazioni delle benzodiazepine (sonnolenza diurna) e sembrano indurre un sonno più fisiologico e più simile al sonno naturale. Inoltre sembra che possano essere usati senza creare spiacevoli assuefazioni, non creando dipendenza e tolleranza (ovvero la necessità di aumentare la dose del farmaco nel tempo)[senza fonte].

Di più recente arrivo sul mercato farmaceutico le pirazolopirimidine che sembra possano essere utilizzate per lunghi periodi di tempo, nella cura di insonnia cronica. Uno studio presentato a Londra durante il recente Congresso Europeo di Neuropsicofarmacologia ha dimostrato che ad esempio lo Zaleplon continua ad essere efficace anche dopo un anno senza dare sintomi d'astinenza alla sospensione del farmaco.

Studi medici recenti hanno confermato l'utilità dell'ormone melatonina nel ripristino di un sonno regolare nelle sue fasi [2]. In Italia esso non è considerato propriamente un farmaco, bensì un integratore, in quanto la sostanza è già prodotta dall'ipofisi nel nostro organismo, proprio per regolare il ritmo sonno-veglia. Allo stato attuale degli studi sulla sostanza non sono stati rilevati effetti collaterali o da overdose, presenti in gran parte dei farmaci ansiolitici, anche in seguito a somministrazioni nell'ordine delle migliaia di volte la dose ottimale.[3] In particolare, la melatonina non provoca lo stordimento e il calo di attenzione al risveglio, tipici di altre categorie di farmaci. Il prof. Luigi Di Bella è stato uno dei maggiori studiosi di melatonina a livello mondiale.[4]


Rimuovere le principali cause dell'insonnia [modifica]
Coloro che soffrono di insonnia dovrebbero evitare del tutto la caffeina. Essa è spesso causa di insonnia, a causa degli effetti eccitanti sul sistema nervoso periferico, nonché di quelli sul sistema cardiocircolatorio. La caffeina è presente in tè, caffè, yerba mate (Ilex paraguaiensis), guaranà, cacao, noce di cola (quindi tutte le bevande a base di cola come Pepsi Cola, Coca-Cola, Virgin Cola etc. etc.) è presente, perlopiù come sostanza aggiunta, nei cosiddetti energy-drink quali la Red Bull e simili, nelle barre di cioccolato ed altri dolciumi.
L'ambiente in cui si dorme dovrebbe essere idoneo al riposo. Molta gente è molto sensibile alla luce, alcuni altri ai rumori. La camera da letto dovrebbe essere al buio e silenziosa.
Adoperarsi per una corretta igiene del sonno. Non usare il letto per altre attività oltre al sonno. Leggere, scrivere o guardare la televisione o altre attività nel letto, diminuiscono l'associazione letto-sonno. Allo stesso modo bisognerebbe mantenere un orario regolare del ciclo sonno veglia andando a letto sempre allo stesso orario e non dormire durante il giorno.
L'apnea notturna può essere causa di insonnia. Una visita medica aiuterà nella diagnosi o cura dell'apnea notturna, una risposta definitiva si può ottenere da un esame presso i laboratori del sonno.
Talvolta la mancanza di sonno è sintomo di un problema emotivo non trattato. Se una persona è infelice del proprio stile di vita, o sta rimandando problemi la cui soluzione è inderogabile, ciò può determinare disturbi del sonno. Come il corpo necessita di nutrimento, ognuno ha delle necessità sociali ed ambientali. Talvolta delle attività sociali possono aiutare.
Pazienti depressi possono soffrire di insonnia. A volte i medici possono curarli cambiando o aggiungendo farmaci.
Nella tradizione Buddista, ai sofferenti di insonnia o di incubi viene suggerita la pratica della meditazione o di gentilezza (Mettā). La pratica di essere amorevoli e bendisposti nei confronti di ogni essere può avere un effetto lenitivo e calmante nella mente e nel corpo. Nella Mettā Sutta, il Budda afferma che addormentarsi facilmente è uno degli undici benefici di tale forma di meditazione.
Allergie latenti, quale quella ai latticini, possono produrre disturbi del sonno. Altri sintomi possono essere molto leggeri come il naso chiuso. Un nutrizionista può creare una dieta adatta insieme ad ulteriori consigli.
Se una sveglia è stata puntata bisogna evitare di guardarla, eventualmente coprendone il display. Ciò evita calcoli mentali sulla quantità di sonno perduta sino a quel momento e sulla quantità di sonno rimasta prima del suono della sveglia. Accettare che la quantità di sonno può essere ottenuta solo dormendo e non mentre si aspetta di dormire può essere benefico.

 
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